Oggi più che mai l’impatto ecologico degli immobili è uno dei principali fattori da considerare in caso di acquisto, affitto o ristrutturazione. Non è solo una questione di sostenibilità ambientale, ma anche di costi di gestione.
Proprio per sapere quanto consuma un’abitazione il dato di riferimento è la classe energetica della casa. Ma sappiamo davvero come funziona? Vediamolo insieme in questo articolo.
Come capire la classe energetica della casa
Quando stiamo per comprare o affittare un immobile in cui abitare dobbiamo valutare molti fattori, fra cui le spese che dovremo affrontare per i consumi delle utenze. Per aiutarci in questo senso è fondamentale conoscere la classe energetica attribuita alla casa.
Possiamo dire che si tratta di un “voto” sulla capacità dell’immobile di rimanere isolato termicamente, e di conseguenza aver bisogno di meno energia per avere una temperatura interna adeguata. In base a questo sistema di valutazione una costruzione viene classificata come appartenente ad una certa classe energetica.
Anche se non conosciamo i materiali e le tecniche di lavorazione usate per costruire una casa, è sempre possibile sapere la classe di appartenenza. Infatti, ogni qual volta avviene una compravendita, l’immobile deve essere accompagnato dall’APE (Attestato di Prestazione Energetica): il certificato del fabbisogno di energia primaria non rinnovabile dell’edificio.
La redazione di questa certificazione è complessa, per questo c’è bisogno di tecnici specializzati che analizzino sia la documentazione tecnica della casa che il contesto reale. A seconda delle situazioni il processo di calcolo dell’indice di prestazione energetica globale viene svolto “da progetto” (esaminando i documenti di progettazione delle costruzioni recenti, o sottoposte a ristrutturazione ingente), o “da rilievo“ (andando fisicamente ad ispezionare la struttura).
Le funzioni della classe energetica
Le classi energetiche sono nate per volontà del nostro legislatore per dare un valore economico all’efficienza energetica, creando una serie di meccanismi fiscali per spronare i proprietari di case datate, o costruite in economia, ad adeguare le strutture ai nuovi parametri.
Il primo e più importante aspetto è quello dell’impatto sul nostro ecosistema, poiché la produzione dell’energia è di per sé inquinante. Ma le conseguenze sono anche un costo in denaro; avere una casa con spifferi, non coibentata bene significa pagare bollette salate per avere il giusto comfort domestico.
Quante classi energetiche ci sono
Le classi energetiche sono dieci, e partono dalla A4 (per le case più efficienti) per arrivare alla G (per le case meno efficienti). Ogni classe rappresenta un intervallo di consumo energetico specifico, espresso con l’indice di prestazione energetica globale (EPgl): kWh al metro quadrato per anno necessari per riscaldare gli interni di casa d’inverno, raffrescarli in estate, produrre acqua calda sanitaria, illuminare e ventilare.
Teniamo presente che l’APE è una certificazione obbligatoria nel caso di ogni compravendita o affitto di immobili, la cui classe influisce molto sul prezzo. Quindi è importante per le parti contraenti conoscere davvero quanto consumi una casa nel corso della sua esistenza.
Precisiamo che il compenso del certificatore non si basa sulla classe energetica da attribuire, e non esiste nemmeno un tariffario standard per questo servizio. La media del mercato si attesta su qualche centinaio di euro per un appartamento di dimensioni contenute.